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Meg: «la mia musica è senza etichette»

di Barbara Oliveri

Meg ospite di Radio Zammù. A pochi giorni dal lancio del suo Club tour, che sabato 2 novembre farà tappa a Catania al Ma, la cantante ci racconta del suo nuovo album, delle collaborazioni, dei remix e di quanto la cucina sia vicina alla musica

«Sono una persona che guarda sempre al futuro, non mi piace mai guardare indietro e mi diverto a sperimentare e a cercare sempre suoni diversi». Si racconta così Meg, ospite di Radio Zammù. La ricerca sonora in cui la cantante è immersa in questo periodo: «ruota intorno a dei suoni molto organici, ed è una ricerca che sto facendo con i sintetizzatori, strumenti che ti offrono sempre tantissime sorprese i sintetizzatori ti offrono sempre qualcosa in più rispetto a quello che stai cercando».

Sin dalle prime battute l'intervista si muove verso la definizione dell'elettronica che caratterizza la sua musica. Meg ci spiega, infatti, la sua idea di elettronica, che «è un po' un genere senza etichette, è l'idea di suono libero senza limiti», grazie alla quale può sperimentare sempre nuove sonorità. In questo campo, quello della sperimentazione, rientra senza dubbio la sua recente collaborazione con il cantautore siciliano Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce. Insieme hanno dato vita al “Bipolare tour” nei mesi più freddi del 2013, portando in giro per l'Italia un concerto del tutto diverso da uno spettacolo di Colapesce o di Meg: due mondi sonori apparentemente diversi si sono congiunti. «Quando faccio le collaborazioni quello che cerco è la contaminazione. E poi, sia a me che a Lorenzo piace molto cucinare e mangiare... questa è stata la conditio sine qua non della nostra collaborazione», dice sorridendo.

Il paragone fra la cucina e il remix diventa quindi inevitabile: unire, mixare elementi diversi per ottenere un nuovo risultato, un dolce variegato fatto dagli ingredienti e dalle idee più disparate. Molti sono infatti i remix degli ultimi singoli della eclettica cantante napoletana, “Promemoria” e “Il confine tra me e te”, reinterpretate da una serie di musicisti e videomakers all'interno della sua etichetta che per l'occasione ha preso il nome di Multiformis Lab «perché è diventata un vero e proprio laboratorio, una cucina all'interno della quale ognuno porta i propri ingredienti, le proprie ricette, la propria visione delle cose, il proprio sound». «L'idea del remix» continua «è un'idea che sottintende sempre che la musica è una sola. Per me non esistono divisioni fra i generi musicali. L'idea del remix ti fa pensare che una canzone può essere declinata in infinite forme», infinite sonorità. Sonorità che nel suo terzo album da solista, in uscita nel 2014, saranno minimali, con poche melodie principali e «senza troppi fronzoli».